LA SENTENZA DELLA CASSAZIONE CIVILE DEL 6 SETTEMBRE 2022 PUO’ NON ESSERE APPLICATA.

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LA SENTENZA DELLA CASSAZIONE CIVILE DEL 6 SETTEMBRE 2022 CHE HA DECRETATO L’INAMMISSIBILITA’ DEI PROCEDIMENTI GIUDIZIARI IN CORSO AVVERSO GLI ESTRATTI DI RUOLO PUO’ NON ESSERE APPLICATA.

La predetta sentenza della Cassazione , alla luce della modifica legislativa introdotta, ha statuito che anche i processi tributari in corso, introdotti con ricorso avverso Estratto di ruolo, salvo prova del contribuente di aver subito specifici pregiudizi, saranno dichiarati inammissibili. Tale sentenza rischia di mandare “in fumo” migliaia di processi tributari, introdotti proprio mediante l’impugnativa degli estratti di ruolo. Il problema, infatti, è che fino al 2021 circa il 40% del totale dei ricorsi era proprio basato sull’impugnazione dell’estratto di ruolo. Nel 2020, per esempio, su 135mila ricorsi in Ctp, 55mila riguardavano il documento della Riscossione.

Alcuni Giudici Tributari stanno decidendo di non conformarsi alla predetta Sentenza , fissando egualmente l’udienza di trattazione per la discussione della causa.

QUALE POTREBBE ESSERE LA DIFESA DEL CONTRIBUENTE IN TAL CASO?

Ebbene, l’ ‘art. 3-bis del d.l. 21.10.2021, n. 146, del d.p.r. 20.9.19873, n. 602, che ha previsto la non impugnabilità degli estratti di ruolo è una norma non procedimentale ma para – sostanziale . Con tale norma il legislatore ha di fatto impedito al contribuente di esercitare il proprio diritto di difesa nel processo tributario, impedendo l’impugnazione dell’estratto di ruolo. In tal caso , siamo In presenza proprio di norme cd. para – sostanziali in quanto, dalle modalità procedimentali di tale norma, derivano conseguenze ed effetti sul rapporto controverso. Con la modifica normativa , sopra indicata, il legislatore , impedendo il ricorso avverso l’estratto di ruolo ha del tutto modificato le regole del gioco. Con la nuova norma si è leso l’affidamento del contribuente che in buona fede, alla luce della Giurisprudenza precedente, non ha mai ritenuto di precostituire, nei processi passati, delle prove relative ad un possibile pregiudizio subito. Qualora si attribuisse , come invece ha fatto la recente Cassazione, effetto retroattivo alla nuova disposizione di legge si lederebbe la buona fede del contribuente che si vede negato il diritto di difesa ai sensi dell’art. 24 Cost. con effetto retroattivo, non potendo ora per allora precostituire delle prove (rectius pregiudizi) che non sono stati oggetto di richiesta prima di introdurre il giudizio. I Giudici che stanno decidendo di non conformarsi all’orientamento della Cassazione , quindi, non fanno altro che applicare i principi di diritto sopra indicati.

Si consiglia sempre di farsi assistere da uno specialista del settore.

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Consulente Legale partner accreditato al Centro Diritto Bancario esperto in Diritto Tributario e Amministrativo Avvocato Cassazionista, esperto in materia Amministrativa, Tributaria e nelle procedure di composizione della crisi per Sovraindebitamento , disciplinate dalla Legge n. 3 del 2012. Svolge l’attività di Avvocato dal 2004. Prima di intraprendere la professione di Avvocato , ha svolto servizio nella Guardia di Finanza per oltre un ventennio, occupandosi nel corso della sua attività di accertamenti tributari e penali-tributari.