…E LE CARTOLARIZZAIONI DEI CREDITI, METTONO SUL LASTRICO MILIONI DI FAMIGLIE…
I mercati finanziari sono in subbuglio, crescono inflazione e tassi d’interesse. A farne le spese soprattutto chi ha un mutuo a tasso variabile. Sofferenza per le aziende che rischiano l’insolvenza.
Non è proprio un buon momento questo, con l’inflazione che galoppa. Ne derivano una serie di incertezze per cui non si sa bene che strade percorrere, ma anche una grande certezza: il costo dei mutui aumenta. Mentre la responsabile della Banca centrale europea Christine Lagarde promette di fare di tutto per cercare di limitare l’inflazione al due per cento, salgono i tassi d’interesse. Già a ottobre, erano arrivati a 3,2 e oggi salgono al 3,5, una conseguenza della decisione della Bce di innalzare i tassi di interesse . A pagare quindi, sono i cittadini.
La numero uno della Banca centrale europea Christine Lagarde si è detta pronta a rispondere alle turbolenze sul mercato “per preservare la stabilità dei prezzi e la stabilità finanziaria nell’area dell’euro”. Parole comunque accompagnate da una certa rassicurazione sul fatto che il settore bancario dell’area euro avrebbe una buona capacità di tenuta, “con solide posizioni di capitale e liquidità‘”. Come detto l’obiettivo è quello del 2% e “come banca centrale, l’aumento dei tassi di interesse è il nostro strumento principale per raggiungere questo obiettivo perché l’aumento dei tassi di interesse smorza la domanda e riduce le pressioni inflazionistiche”.
“Oggi l’inflazione galoppa a dismisura, lo vediamo per le materie prime e per l’energia con bollette a prezzi altissimi. Questo discorso di innalzare i tassi da vicini allo zero al 3,5 per cento fa sì che un poveraccio che aveva una rata da 500 euro di mutuo oggi ne debba pagare 870”. E non c’è alternativa: “Sui tassi variabili le banche devono adeguarsi, perché i soldi li vanno a prendere dalla Bce”. Il tutto però si traduce in qualcosa di “simile allo strozzinaggio ”. Con queste rate troppo alte sono sempre meno le persone che vanno in banca per un mutuo. Gli Italiani non ce la fanno più con uno stipendio di 1400 euro a fare un mutuo da 800 euro. Sono cose per cui Bce e politici dovrebbero fare in modo che non avvengano, anche perché negli anni passati anche la Bce ha autorizzato le banche a cedere i crediti a terzi e i crediti in sofferenza ceduti penalizzano chi ha bisogno, chi è in difficoltà si trova poi a cedere i beni.
Questa una battaglia che stanno portando avanti il il Presidente STEFANO NICOLETTI e molti professionisti accreditati al Centro Diritto Bancario tra cui in primis l’Avvocato MONICA MANDICO sulle “cartolarizzazioni facili” dei crediti “Sono troppe le famiglie, così come le piccole imprese, che oggi sono in difficoltà per pagare i finanziamenti o il mutuo e che rischiano la casa all’asta – dice Monica Mandico, Avvocato, fondatore dello Sportello sociale anticrisi e Partner accreditato al CENTRO DIRITTO BANCARIO – Le banche non recuperano direttamente questi crediti, ma li cedono, li svendono per pochi spiccioli, a dei fondi avvoltoio che hanno poco più di diecimila euro di capitale di capitale, sede in paradisi fiscali e sono intestate a fondazioni anonime . Mi chiedo allora da dove provengono questi fondi per comprare pacchetti di crediti multimilionari? C’è un controllo secondo le leggi dell’antiriciclaggio? Ho dubbi sulla provenienza dei fondi e chiedo l’intervento della magistratura. Perché poi questi fondi avvoltoio mettono sul lastrico molte famiglie in maniera speculativa non dando la possibilità di rinegoziare il debito“. Questa la provocazione espressa dal Presidente Stefano Nicoletti “… 𝗲 𝘀𝗲 𝗹𝗮 𝗯𝗮𝗻𝗰𝗮 𝗮𝗻𝘇𝗶𝗰𝗵𝗲́ 𝗰𝗮𝗿𝘁𝗼𝗹𝗮𝗿𝗶𝘇𝘇𝗮𝗿𝗲 𝗶 𝗰𝗿𝗲𝗱𝗶𝘁𝗶 𝗡𝗣𝗟 𝗲 𝗰𝗲𝗱𝗲𝗿𝗹𝗶 𝗮 𝗳𝗼𝗻𝗱𝗶 𝗲 𝘀𝗼𝗰𝗶𝗲𝘁𝗮̀ 𝘀𝗽𝗲𝗰𝘂𝗹𝗮𝘁𝗶𝘃𝗲 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗼𝗻𝗲𝘀𝘀𝗲 𝗮𝗹𝗹𝗼 𝘀𝘁𝗲𝘀𝘀𝗼 𝘃𝗮𝗹𝗼𝗿𝗲 𝗱𝗶 𝗰𝗲𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗶𝗹 𝗰𝗿𝗲𝗱𝗶𝘁𝗼 𝗮𝗹 𝗱𝗲𝗯𝗶𝘁𝗼𝗿𝗲? ” che permetterebbe di calmierare la falcidia di vendite giudiziarie per insolvenza che mai come in questo periodo sta flagellando milioni di Italiani. LA BATTAGLIA CONTINUA…
Negli ultimi mesi i tassi sono cambiati soprattutto per i mutui variabili, ma anche quelli a tasso fisso sono diventati meno convenienti. “Per il taso fisso si pagava circal’1,7 %, ora il 4 % . Da una parte si auspicano politiche certe e durature, dall’altra, anche per favorire l’acquisto di una prima casa, si dovrebbero agevolare le persone a fare i mutui ad interessi “accessibili”. Inoltre, “bisognerebbe estendere il fondo di garanzia oltre i 35 anni. I giovani vanno agevolati, ma non solo. I giovani trovano poco lavoro, e se un cinquantenne che perde il lavoro poi, è un dramma familiare.
Nel corso degli ultimi cinque anni, i mutui ipotecari sono risaliti di 46,1 miliardi (+12,2 per cento) da 379,1 miliardi a 425,2 miliardi, il credito al consumo di 11,9 miliardi (+11,7 per cento) da 102,5 miliardi a 114,4 miliardi mentre gli altri finanziamenti sono calati di 4,1 miliardi (-2,9 per cento). Davanti a questa situazione ai cittadini non rimane che rinegoziare i mutui con il proprio istituto di credito.
Non solo le famiglie si trovano in difficoltà economica. Per le imprese le cose vanno anche peggio. Negli ultimi cinque anni, si è registrata una riduzione complessiva dei finanziamenti (1,7 per cento). Tale decremento ha riguardato principalmente i prestiti di breve periodo (-30,3 per cento), riduzione che non ha compensato la crescita registrata sul versante dei prestiti oltre i cinque anni, aumentati di (19,9 per cento). Sul versante dei prestiti a medio termine (fino a cinque anni), la riduzione è stata più contenuta ma ha comportato comunque una contrazione di 4,9 miliardi (-3 per cento).